Mostra in corso

THE ROSE THAT GREW FROM CONCRETE

05 settembre 2025 – 04 gennaio 2026

CON : Chiara Bettazzi, Bottega Bianco Bianchi Scagliole, Mireille Blanc, Bianca Bondi, Davidovici & Ctiborsky, Marion Flament, Federico Gori, Beate Höing, Flora Moscovici, Chris Oh, Elise Peroi, Clara Rivault, Shubha Taparia

A cura di Morgane Lucquet Laforgue

In attesa dell’apertura ufficiale prevista per il 2026, Museo Sant’Orsola organizza una serie di mostre che invadono gli spazi del cantiere, invitando artisti contemporanei a portare il loro sguardo sul monumento e sulla sua storia. Di mostra in mostra, i visitatori potranno partecipare alla rinascita del luogo e riappropriarsi progressivamente di spazi per troppo tempo sottratti alla vita della città.

The Rose That Grew From Concrete (5 settembre 2025 – 4 gennaio 2026)
Chiara Bettazzi, Bottega Bianco Bianchi Scagliole, Mireille Blanc, Bianca Bondi, Davidovici & Ctiborsky, Marion Flament, Federico Gori, Beate Höing, Flora Moscovici, Chris Oh, Elise Peroi, Clara Rivault, Shubha Taparia

Terza e ultima edizione delle “mostre in cantiere” prima dell’avvio ufficiale dei lavori di riqualificazione del complesso, questa collettiva riunisce quattordici voci artistiche italiane e internazionali che si confrontano con lo spazio dell’ex monastero non solo per raccontarne le trasformazioni, ma anche per curarne simbolicamente le ferite. Il titolo della mostra si ispira a un celebre poema dell’artista afroamericano Tupac Amaru Shakur (1971–1996): l’immagine della rosa che cresce dal cemento, evocata dai suoi versi, diventa metafora della capacità di rinascere nonostante le avversità, così così come ha saputo fare l’ex monastero di Sant’Orsola nelle diverse fasi della sua storia.
Attraverso opere site-specific realizzate con linguaggi e materiali differenti, ogni artista reinterpreta i cicli di occupazione, cantiere e abbandono che hanno segnato il luogo. Molte delle tecniche impiegate affondano le radici in pratiche artigianali tradizionali – come il ricamo, la scagliola, la foglia d’oro – ma sono reinterpretate in chiave contemporanea. Sant’Orsola conosce così una nuova stagione di rigenerazione, che trova nell’arte il suo motore.

MOSTRE PASSATE

RIVELAZIONI
Giugno – Ottobre 2024

Rivelazioni

Juliette Minchin e Marta Roberti incantano l’antico convento di Sant’Orsola
A cura di Morgane Lucquet Laforgue

La seconda edizione di “mostre in fase di cantiere” ha visto come protagoniste la scultrice francese Juliette Minchin e la disegnatrice italiana Marta Roberti, entrambe invitate a realizzare opere site specific per Sant’Orsola. Nello spazio della prima chiesa conventuale Minchin ha creato Souffle (Soffio), un’installazione di veli e drappeggi in cera che sembravano restituire il respiro perduto del convento barocco. Nell’antica spezieria ha invece presentato La veillée aux racines (Veglia con radici): pannelli di cera con stoppini che, accesi quotidianamente, si consumavano lentamente, dando vita a un rito di luce e metamorfosi.

Roberti, ispirandosi ai racconti delle vite dei santi che circolavano entro le mura conventuali, ha realizzato Aure, una serie di grandi disegni che hanno rivestito le pareti della seconda chiesa come affreschi riemersi dall’intonaco, in cui figure di donne e animali capovolgevano la tradizionale iconografia religiosa. La sua ricerca è proseguita nei sotterranei di Sant’Orsola – aperti per la prima volta al pubblico – con un nucleo di opere realizzate su carta carbone, in cui le immagini, incise nella superficie nera, emergevano dall’oscurità come rivelazioni improvvise. L’incontro tra le due artiste ha trasformato il convento in un paesaggio onirico, dove passato e immaginazione si sono intrecciati in una trama visionaria.

OLTRE LE MURA DI SANT’ORSOLA
Giugno, Settembre 2023

Affiche Oltre Le mura Di Sant'Orsola

Sophia Kisielewska Dunbar e Alberto Ruce raccontano storie dimenticate
A cura di Morgane Lucquet Laforgue

Per la prima mostra del futuro Museo, Oltre le mura di Sant’Orsola, due giovani artisti sono stati chiamati per la creazione di un progetto artistico ispirato alle donne che un tempo abitavano il luogo. Richiamandosi alla vicenda di Lisa Gherardini, la presunta modella della Gioconda di Leonardo da Vinci, che trascorse i suoi ultimi anni di vita nel convento di Sant’Orsola, lo street artist Alberto Ruce ha realizzato un’installazione sospesa sulle fondamenta dell’antica chiesa. Nell’ex spezieria monastica, invece, ha dipinto dei grandi murales che evocano l’attività farmaceutica praticata dalle suore proprio in quel luogo.

L’opera di Sophia Kisielewska-Dunbar, invece, entra in dialogo con il patrimonio disperso di Sant’Orsola e si interroga sulla condizione femminile entro le mura dei conventi. Il suo grandioso trittico ad olio su tela, intitolato Noli me tangere, reinterpreta e attualizza la tradizionale iconografia del martirio di sante attraverso una lente femminile. Il dipinto, allestito nella seconda chiesa conventuale, apre un nuovo spazio di incontro tra antico e contemporaneo.

TOUR DE FRANCE
promessa e supplizio
Giugno - Luglio 2024

I campioni italiani della Grande Boucle
A cura di Valeria d’Ambrosio

In occasione del Grand Départ fiorentino (29 Giugno 2024), Museo Sant’Orsola ha ospitato una mostra dedicata ai sette campioni italiani che hanno scritto la storia del Tour de France: Ottavio Bottecchia, Gino Bartali, Fausto Coppi, Gastone Nencini, Felice Gimondi, Marco Pantani e Vincenzo Nibali. Attraverso una selezione di 37 foto provenienti dall’archivio del giornale L’Équipe (dal 1946 ad oggi) e dai fondi fotografici di Excelsior (1910-1940) e Le Miroir des Sports (1920-1945), insieme a filmati storici degli archivi Gaumont-Pathé e dell’archivio Luce, la mostra ha ripercorso novant’anni di Grande Boucle, immortalando le imprese dei campioni italiani dal 1924 al 2014.

Accanto alle immagini, oggetti d’epoca – prestiti eccezionali dal Museo Ottavio Bottecchia e dal Museo del Ciclismo Gino Bartali – hanno restituito la dimensione più intima e materiale della corsa: la maglia, gli occhialini e l’orologio di Ottavio Bottecchia, primo italiano a indossare la Maglia Gialla dalla prima all’ultima tappa, e la bicicletta e la coppa di Gino Bartali, testimoni delle sue vittorie epiche. Un percorso che, tra promessa e supplizio, ha restituito l’immaginario collettivo che nei decenni si è sedimentato intorno alla corsa più celebre di Francia.

Il Museo

L’antico convento di Sant’Orsola

Situato nel cuore di Firenze nel quartiere storico di San Lorenzo, il complesso di Sant’Orsola, con una superficie di oltre 17.000 m2, ha subito diverse trasformazioni ed è rimasto un luogo inaccessibile per oltre 40 anni. Nato come monastero di benedettine all’inizio del XIV secolo, nel 1435 diviene un convento di monache francescane. Dal 1542 accoglie la tomba di Monna Lisa Gherardini, la presunta modella della Gioconda dipinta da Leonardo da Vinci. Con un editto del 1810, Napoleone pone definitivamente fine alla sua funzione conventuale, dando inizio alla dispersione del patrimonio artistico di Sant’Orsola. Nel 1818 l’ex convento viene radicalmente trasformato e convertito in manifattura di tabacchi (fino al 1940). Dopo la Seconda guerra mondiale, l’edificio subisce una nuova trasformazione e diventa, per diversi decenni, un centro di accoglienza ex profughi istriani e sfrattati. Negli anni ’80 il complesso viene acquistato dalla Guardia di Finanza, che intende destinarlo a caserma militare. Tuttavia, i lavori avviati vengono presto interrotti e, da allora, il complesso, deturpato e ricoperto di cemento armato, resta abbandonato. Nel 2020, la Città Metropolitana di Firenze indice un bando per la sua riqualificazione, vinto dal gruppo francese Artea.

Museo Sant’Orsola, un museo in costruzione

Il museo aprirà ufficialmente nel 2026, al termine dei lavori di ristrutturazione che coinvolgeranno l’intero complesso di Sant’Orsola, dando inizio a una nuova fase di vita dell’edificio. Le mostre proposte durante la fase di cantiere hanno una funzione prefigurativa, poiché anticipano le linee guida di questo nuovo spazio culturale fiorentino, concepito come un crocevia tra un museo storico, archeologico, di belle arti e un centro d’arte contemporanea con una propria collezione di opere del XXI secolo.

Dal 2023, il museo invita artisti contemporanei a portare il proprio sguardo sul monumento e sulla sua storia, realizzando opere sitespecific. Di mostra in mostra, i visitatori possono partecipare alla rinascita del luogo e riappropriarsi progressivamente di spazi per troppo tempo sottratti alla vita della città.

L’arte contemporanea al servizio della memoria

Una delle principali aspirazioni del Museo Sant’Orsola è quella di contribuire a rivelare il passato del luogo attraverso le espressioni artistiche contemporanee. Il museo persegue una duplice missione: valorizzare l’eredità culturale dell’ex convento e creare un nuovo patrimonio che risponda alle sfide e alle esigenze della nostra epoca. Il percorso permanente del futuro museo presenterà in un unico ambiente testimonianze antiche e opere d’arte contemporanea, in un fecondo dialogo tra passato e presente che ci aiuti a comprendere meglio il nostro tempo e a tracciare un futuro più sostenibile.
Il museo sarà gestito dalla fondazione Artea Storia, una fondazione senza scopo di lucro creata dalla società francese Artea, che gestisce
l’intero complesso di Sant’Orsola per i prossimi 50 anni e è responsabile dei lavori di ristrutturazione. La fondazione intende sostenere la creazione artistica contemporanea attraverso commissioni specifiche e un programma di residenze artistiche, già attivo sin dall’estate del 2022.

Il progetto di riqualificazione dell’antico convento di Sant’Orsola

Artea ha immaginato per Sant’Orsola un progetto profondamente radicato nel contesto fiorentino, che trasformerà l’ex convento in un polo multifunzionale che intreccia arte, artigianato, formazione e socialità. La proposta coniuga funzioni pubbliche e private, prevedendo al suo interno una scuola di istruzione superiore, una ludoteca, spazi museali ed espositivi dedicati ad attività culturali, oltre a un ristorante, dei caffè, tre cortili pubblici, botteghe artigiane e atelier per artisti. Un modello innovativo di rigenerazione urbana, concepito per trasformare Sant’Orsola in uno spazio di vita, condivisione e convivialità.

Visita

L’ex convento di Sant’Orsola si trova nel cuore di Firenze, in prossimità della stazione principale di Santa Maria Novella, a due passi dal Mercato Centrale, dalla Basilica di San Lorenzo e dalle Cappelle Medicee e a meno di 5 minuti a piedi dal Duomo.

CONTATTO STAMPA : Emmanuel Egretier
Emmanuel.egretier@yahoo.fr

GIORNI E ORARI DI APERTURA

(05.09.2025 – 25.10.2025)

Tutti i giorni, tranne il martedì, ore 10.00 – 19.00
Ultimo ingresso: un’ora prima della chiusura

BIGLIETTI

• Intero 10 €

• Ridotto 8 €
- Under 25
- Over 65
- Residenti nella Città Metropolitana di Firenze e provincia

• Ridotto 5 €
- Under 18
- Studenti iscritti a corsi di Belle Arti, Beni Culturali, Architettura e Design
- Guide turistiche con tesserino
- Giornalisti con tessera professionale, senza accredito

• Gratuito
- Persone con disabilità
- Bambini under 10
- Giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa
- Membri ICOM

VISITE GUIDATE

Le visite guidate sono incluse nel costo del biglietto ai seguenti orari:

• Sabato / Domenica: 10.30, 11.30, 16.00, 17.00
- Lunedì/ Giovedì: 11.00
- Mercoledì/ Venerdì: 16.00

Per visite di gruppo e richieste particolari: info@ museosantorsola.it

INDIRIZZO

Ex convento di Sant’Orsola
via Guelfa, 21
50129 Firenze

Contatti

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